Gli influencer braccati dall’Antitrust: fanno pubblicità occulta

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A quanto pare, qualche giorno fa l’Antitrust, l’ente che assicura una concorrenza leale tra le aziende, ha diffidato alcune star del web dal pubblicizzare dei brand sui loro profili senza segnalare chiaramente che si tratta di un post promozionale.

Secondo l’Antitrust, infatti, la normativa sulla pubblicità occulta non avrebbe alcuna limitazione riguardo i mezzi impiegati, dunque anche internet sarebbe disciplinato dalle stesse regole che sussistono per televisione e radio.

Attraverso i suoi portavoce, l’ente ha fatto sapere che la preoccupazione per il fenomeno dell’influencer marketing è crescente, così come il fenomeno stesso, visto dalle aziende come una grossa opportunità, dato il forte legame che spesso lega la persona ai suoi seguaci.

Pubblicizzare un brand sul proprio profilo facendo passare il messaggio promozionale per un consiglio dettato dall’esperienza personale sarebbe quindi illegale.

Il pensiero va inevitabilmente a tutti coloro i quali hanno costruito un’intera carriera su questo tipo di strategia, come Chiara Ferragni, segnalata da ZoomGossip come una delle personalità più influenti nel settore della moda, la quale se ora riesce ad aggiungere un tassello dopo l’altro al suo impero, lo deve soprattutto al fatto che è riuscita a imporsi come influencer e che i brand si sono rivolti a lei per pubblicizzare i loro prodotti.

Cosa prescrive, dunque, l’Antitrust?

Chiede innanzitutto di non usare un linguaggio ambiguo, assieme all’utilizzo di diciture come “post a pagamento” o “inserzione pubblicitaria” o “sponsor” o qualsiasi altra cosa consenta di identificare quel determinato post come una pubblicità.

E se il prodotto viene fornito gratuitamente? Anche in quel caso bisogna utilizzare una dicitura del tipo “prodotto fornito da”.

Sembra dunque non esserci scampo per i testimonial del terzo millennio e che la legge stia sopperendo alla mancanza di normative che fino a qualche anno fa era caratteristica del mondo digitale, ma finirà così? Noi crediamo che invece ci saranno molte battaglie legali a seguire.

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