Il titolo potrebbe trarre in inganno, ma non è così. Quando cancelli un file, non è per sempre.
«Certo», mi dirai, «basta svuotare il cestino e il gioco è fatto». Ebbene, non è così. A volte può essere un bene, perché potresti voler recuperare quel file che avevi perso irrimediabilmente, ma non sempre: potresti aver bisogno, ad esempio, di cancellare dati altamente sensibili che non vuoi vengano mai visti da nessuno.
Come fare in questo caso?
Per scoprirlo, bisogna analizzare il meccanismo di eliminazione di un file nei nostri sistemi operativi, Windows in particolare.
Quando elimini un file, infatti, non lo stai rimuovendo fisicamente dall’hard disk. Sembra incredibile, ma è così. Il file, semplicemente, sparisce dall’interfaccia grafica, ma resta sull’hard disk, magari con un altro nome (in genere la prima lettera viene sostituita con un carattere speciale), finché non viene sovrascritto da un nuovo file.
Avendo compreso questo meccanismo, è facile anche capire come funzionano i software che si pongono l’obiettivo di eliminare un file in modo permanente.
Questi programmi, infatti, non fanno altro che sovrascrivere lo spazio libero del disco rigido una, due, cinque, dieci o anche più volte, se si vuole essere sicuri di non aver lasciato alcuna traccia.
Wipefile, ad esempio, è un programma portabile (non necessita, cioè, di installazione) che con una semplice interfaccia permette di selezionare il disco rigido (ma anche supporti come SD card e pen drive) da bonificare e sovrascrivere tutto da una a trentacinque volte.
Questo metodo, tuttavia, presenta alcuni svantaggi: innanzitutto, l’hard disk viene riempito di file temporanei varie volte in poco tempo, il che significa sottoporlo ad uno sforzo non di poco conto. Da non sottovalutare, inoltre, l’impiego di risorse durante il processo, che resta altissimo e porta il sistema operativo a crashare diverse volte. Da non effettuare, quindi, mentre si lavora a progetti importanti.