La Danimarca introduce la figura dell’ambasciatore digitale

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La Danimarca sarà il primo Paese al mondo a dotarsi un Ambasciatore Digitale, ovvero una figura delegata alla negoziazione per conto del proprio Paese verso le multinazionali del mondo Digitale. Così come riportato dal Politiken, infatti, il ministero degli Esteri danese afferma che i grandi colossi Hi-Tech «sono diventati una sorta di nuove nazioni e abbiamo bisogno di confrontarci con loro».

Ed in effetti, molte di queste grandi imprese hanno bilanci che sono paragonabili, se non più grandi, del prodotto interno lordo di interi Paesi. E quindi occorre per i paesi trarne beneficio entrandoci in rapporti.

La presa di posizione della Danimarca rappresenta una innovazione politica e sociale, e rimanda al concetto di Iperstato.

Un Iperstato si configura come un’organizzazione che sia in grado di regolamentare la libertà degli individui che ne fanno parte, attraverso un “contratto sociale”, dotato di un apparato burocratico che sia in grado di gestirne il funzionamento in modo impersonale, senza essere legato ad un territorio specifico. Può dunque essere una multinazionale, una banca o un fondo di investimento internazionale.

L’orientamento danese in qualche modo è una conferma di quella che era, al momento, pura teoria.

La nascita dell’Ambasciatore Digitale, oltre ad avviare quella che viene già definita “Tecnodiplomazia”, dà adito a due considerazioni importanti:

1) riconosce dignità politica a soggetti economici che operano nel settore della tecnologia, dando una dignità sociale alla Rete quale “non luogo” di appartenenza di interi gruppi sociali;
2) individua un ambasciatore all’interno del proprio territorio nazionale.

Da sempre i governi cercano un giusto colloquio con alcuni soggetti economici. Il fatto tuttavia di nominare un ambasciatore crea una connotazione del tutto differente dal punto di vista politico.

Dunque, sulla tecnodiplomazia si aprono scenari assolutamente nuovi, che saranno  valutati nelle sedi opportune dai punti di vista politico, giuridico e sociale. Una nuova sfida, ancora, per l’Unione Europea.

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